Ritornare alle origini. Si potrebbe partire un po‘ da questo pensiero per esprimere il concetto che racchiude, a quanto pare, il nuovo lavoro dell’autore Mario De Santis. Si tratta di una silloge che infatti raccoglie le sue riflessioni sugli argomenti svariati che la vita ci pone dinanzi nella sua ossequiosa quotidianità. Una quotidianità fatta di amore, amicizia, lavoro, malattie, viaggi, passioni, di incontri… e anche di Coronavirus. Sì, perché c’è anche questo... in questa raccolta di poesie dal ritmo sempre disteso e un po’ rilassato, quasi a voler accompagnare il lettore nella lettura su di una comoda poltrona, rilassato e pronto ad aprire con tutta la calma possibile la propria mente, i propri orizzonti di fronte alla pagina bianca, impreziosita da perle di vita vissuta. Il testo è ben scritto, piacevole e scorrevole. Gli ampi spazi dati al foglio permettono grandi riflessioni al lettore, che una volta apprese e adocchiate le parole scelte dall’autore, può concentrarsi per creare dentro di sé una critica costruttiva e un pensiero migliorativo di ciò che ha appena colto. Questo permette quasi un confronto asimmetrico tra lettore ed autore, in un dialogo a distanza che si muove sui ritmi della vita stessa. Le parole scelte dall’autore non rispecchiano un lessico aulico né popolare. Una scelta intermedia, per far sì che le emozioni possano essere lette e comprese da tutti, e a tutti arrivare con semplicità e soprattutto in maniera diretta. Obiettivo raggiunto grazie ad uno stile lineare e sobrio, privo di particolari ghirigori letterari e artistici, pronti ad essere solo bellezze vuote. In queste poesie ogni cosa è al posto giusto per dare un senso compiuto e pieno al pensiero.