Il romanzo è composto, come i “vizi capitali”, da sette racconti, a unico tema conduttore l’adulterio. Racconti interamente di fantasia, legati insieme anche da esperienze di vita vissuta. Ai sette racconti segue l’epilogo finale che giustifica l’impianto del romanzo.
In questo testo, troviamo personaggi sospesi tra la fantasia è la realtà, obbligati a vivere secondo coscienza ma pronti a trasgredire per un bisogno tutto naturale di soddisfare la propria natura. Chi prova a resistere per virtù o necessità di trova a rimpiangere le occasioni perdute e chi invece si abbandona ai vizzi si interroga, quando lo fa sul proprio destino e sulla capacità di scriverlo l'autore con la leggera penna dell'ironia da le proprie sentenze personali, ma non giudica e lascia libertà al lettore di sorridere, divertirsi o compiangere dame e cavalieri nel loro viaggio nel teatro della vita. Il testo si presenta come una satira rivolta verso personaggi pubblici e verso comuni uomini o donne che sembrano essere personaggi della sua vita, ma la caratteristica del testo e l'abilità, da lodare, dell'autore risiede proprio nel saper giocare con i personaggi, facendoli emergere dal reale e ricondurli poi nell'immaginario come maxchere degli eterni vizi e delle contraddizioni dell'essere umano. Il Re Sole o la Gatta con gli Stivali sono solo strumenti letterari con cui indagate l'animo umano o dietro questi artifici si nascondono reali compagni di viaggio?... Non resta che leggere con attenziine il testo e lasciarsi guidare dall'ironia dell'autore per sorridere e insieme riflettere sui passaggi della vita. Trovo inoltre geniale la copertina riconducibile si sette racconti.