“Il castello bianco” è il luogo altro, da cui la protagonista esce per tornare nella quotidianità. È la dimora completa, la sua realtà. Da lì il mondo materiale le appare come un inganno. Nell’Atelier Restero invece, si muovono personaggi concreti: indossatrici ondeggianti, sarte esperte, abili tagliatori. Tutto sotto la direzione del grande Artie, lo stilista, di cui la protagonista “è innamorata senza dirselo”. Tessuti di lampasso, cady setosi, stoffe aeree e impalpabili sono il materiale usato per la produzione di abiti da sogno. Ma la Maison è anche il luogo ove si annida la frode e lo spionaggio industriale. È qui che Eliana opera, fra mille condizionamenti, invidia e poco denaro. Lei, single di ritorno con figlia a carico, che combatte per la sua libertà. Intorno si apre lo scenario della natura ancora intatta: il colle Vettorino con la sua vista unica e i cipressi pennelloni che dipingono il cielo. Tutto da proteggere dall’assalto dell’edilizia selvaggia e delle architetture progressiste. Una storia colorata, profumata, sensibile, in una parola elegante. Una lettura piacevole che culla l’animo.