A Domicella, piccolo complesso urbano posto sui primi rilievi Irpini a est di Nola, vive Taniello, uomo benestante, ma violento e dispotico, che tratta tutti, familiari e lavoranti, come veri schiavi. Approfitta di una ragazza, la cui madre, già donna preferita di Taniello, lo uccide, suicidandosi subito dopo. Luisa, la ragazza, resta sola e conduce, grazie alla sua più completa ignoranza, una vita per niente consona agli atavici costumi della società. Dà alla luce un figlio, Aldo, che cresce, benvoluto, con altri cinque ragazzi del luogo, tra cui una donna, Angelina. Uno degli amici di Aldo, in un impeto d’ira, uccide Luisa e un altro ferisce gravemente Aldo, che, abbandonato sul greto del Clanio, fiume che lambisce il paese, è creduto morto. Aldo si ritrova a Roma senza memoria. In seguito a un banale incidente i ricordi del passato gli ritornano in mente e, dopo diciotto anni, ritorna a Domicella dove, uno alla volta, ritrova i suoi vecchi amici, coi quali riallaccia nuovi rapporti, per poi giungere alla… Il testo è una lunga relazione romanzata su complessi avvenimenti, molto inverosimili e coloriti di fantasia, accaduti nel passato. È autobiografico senza, tuttavia, alcun riferimento a quanto raccontato. Si nota nei personaggi una sofferta volontà di riscatto, di ricevere perdono e perdonare. Stimola il lettore alla riflessione, al rispetto e all’amore reciproco. “Il tratturo” del titolo è, forse, bene appropriato, come metafora del passato. Il primo personaggio, Immacolata Cannella, ricorda la vita trascorsa da più di cent’anni, così come il tratturo reale risale alle antiche e necessarie transumanze, ora quasi completamente estinte.