Per gli amanti del giallo c’è da fare spazio sulle mensole per il nuovo romanzo di Torres: “L’angelo della morte”. L’autore ci porta in Giappone, nella grande capitale. Tra le strade di Tokyo si aggira il temuto serial killer che, leggero come un’ombra, si trascina da una parte all’altra della città, lasciando la sua firma di sangue, spargendo terrore nelle stazioni di polizia. È in una di queste che, ormai da anni, il detective Damon insieme al suo collega Takatsuki lavorano al caso del serial killer, con scarsi risultati. Infatti, l’unica traccia che il serial killer ha lasciato dietro di sé sono lettere con la presunta iniziale del suo nome: “S”. I parecchi cadaveri ritrovati dai due detective nel corso degli anni riportano un particolare agghiacciante: alcuni corpi vengono disposti con le braccia incrociate dietro alla schiena, posizione che ricorda un angelo caduto, con le braccia che fungono da ali, ormai spezzate. Tra particolari atroci ed insuccessi continui, Torres ci guida nei pensieri del detective e dello stesso serial killer, due anime tormentate. Ma se da una parte comprendiamo la ragione del tormento del detective, ovvero la frustrazione e la paura che lo portano a sfiorare la pazzia, dall’altra rimane un mistero (fino ad un certo punto) la ragione del tormento di “S”, che verrà poi svelata nel corso della storia. Vicende familiari, un amore pericoloso e momenti d’azione si intrecciano nella storia, da cui chissà se Damon uscirà vincitore.