Alla soglia delle quarantacinque primavere, Victor Doria rischia di perdere tutto. Un ottimo lavoro, un ruolo sociale ritagliato con estrema pazienza, una fonte inesauribile di valori quali la famiglia, la lealtà, la disponibilità verso il prossimo e la fedeltà. Quest’ultima, quasi anacronistica, è legata alle sorti di Maria Sole Angeletti, che con lui condivide un amore storico a distanza e reso sempre vivo dalla speranza. Siamo nella Sicilia del ventunesimo secolo, e Victor ripercorre le strade difficili del lavoro, dove emergere a scapito degli altri è l’unica regola e dove regnano la corruzione e i falsi ideali. E quando le distanze si annullano, cominciano a scomparire i rapporti vissuti; la sensazione che le cose cambino rimane un’illusione. Sole resisterà alle tentazioni di una vita agiata per riprendersi l’amore che i suoi principi rigidi le avevano obbligato a respingere? Occorre una prova da parte di Victor che possa andare oltre qualunque aspettativa. Egli ha altre mete, vuole raggiungere una consapevolezza che va al di sopra di tutto e sfiora l’irrazionale, trovando, quando ha vent’anni, sulla sua strada gente senza scrupoli come Anglico, Santoregge, Martha, che, per invidia o incapacità a competere, tramano alle sue spalle. Ma anche dopo i quaranta le cose non cambiano: Mauro Lezio e Aster Barresi rappresentano la parte peggiore e l’agire senza scrupoli dell’uomo della società odierna; ma per fortuna esistono Marius Gardelli e Drain Volpi, che insegnano qualcosa di unico al nostro protagonista: che le azioni ci contraddistinguono dai nostri simili e, qualunque ruolo si possa ricoprire, la differenza la fanno solo i valori. Essere fedeli ad essi ci riporta ad essere come i bambini, perché è lì che si fondano e resteranno per sempre.