La voce umana non potrà mai raggiungere la distanza coperta dalla sottile voce della coscienza (Mahatma Gandhi.) Una è solo un mezzo. L’altra non ha bisogno di nulla per esistere, se non, la creazione immediata di ciò che vuole comunicare a se stessa, poiché coscienza e anima sono molto affini, oserei affermare che sono la cosa medesima. La coscienza è essenza ed esistenza perpetua fino a che viene creata, e quando essa si spegne e muore, diventa nera, arida come la sabbia di un deserto infuocato e la sua forma si sfalda in minuscoli granelli e si disperde trasportata dal vento incessante della crudeltà umana. Comunicare a qualcuno, con un cenno di rimprovero o mostrando ribrezzo, che ha compiuto un’azione ai danni dei suoi simili, non lo farà rinsavir e passerà come l’acqua di un ruscello che scorre lungo la valle. Ma, la coscienza, è come una nebbia che ti avvolge e penetra nelle tue ossa, ti pungola come il più brutale dei torturatori, silenziosa, invisibile ai più, eppure sempre presente. Come un bambino insistente, che ossessiona la madre fino ad ottenere ciò che sta desiderando in quell’esatto momento, così la coscienza morde e si perpetua dal passato al presente fondendo in un solo flusso temporale il tempo andato e quello che ha da venire e non si fermerà fino al raggiungimento di ciò per cui sta lottando, finché sarà viva