“Mirosa, Elmo e Bienvenida” di Guido Pallotti è un ampio e ricco mosaico di luoghi e persone del Novecento. Fatti e personaggi hanno l’aria familiare del ricordo, mai nostalgico; sono disegnati con profondità e schiettezza, attraversano il bene e il male che è in ciascuno di noi. Le ferite della guerra si rimarginano, i palpiti amorosi, la fame e le privazioni, la ricostruzione operosa, l’emigrazione fanno da sfondo alla crescita individuale e alla rinascita. I protagonisti abitano e percorrono decine di strade, attraversano il Mediterraneo e l’Atlantico, sopravvivono grazie ai legami solidali delle comunità. In queste pagine il maschile e il femminile si alternano e si confrontano nel gioco continuo di fisicità e sentimento. Il fascino e l’amore generoso delle donne accompagnano la narrazione verso sviluppi positivi. Le scelte lessicali e sintattiche producono una scrittura in sintonia con il tempo storico di Mirosa, quando la giovinezza e la speranza prevalevano sulle crisi umane, quando il riscatto era possibile.