Questa è la storia di un giovane che cresce in una famiglia tutta tesa ad accumulare denaro, considerato l’unico modo per elevarsi socialmente. Ettore, tale è il nome del protagonista, arriva pertanto alla conclusione che ogni mezzo è lecito per procurarsi la pecunia, per imporsi sugli altri, compreso l’assassinio, lo spaccio di droga e l’usura. Ha sempre odiato la scuola ed i libri e riesce a prendere il diploma di terza media con difficoltà. A distanza di molti anni, attuerà la sua vendetta contro l’edificio dove, a suo avviso, era stato umiliato dagli insegnanti. Fin da ragazzo si è rivelato inquieto, manesco e vendicativo, per nulla seguito dai genitori, intenti solo ad accumulare un cospicuo gruzzolo. È un amorale più che un immorale, proteso all’affermazione del proprio io, per cui non proverà alcun rimorso nel tradire il miglior amico, mandandolo in galera, e nel disprezzare e violentare le donne che gli hanno voluto bene. Poco dopo il matrimonio, naufragato in fretta per colpa sua, mette incinta una ragazza, abbandonandola poi senza alcun rimpianto; la poveretta, distrutta dal dolore, morirà tragicamente in un incidente d’auto insieme alla creatura che portava in grembo. Dopo i quarant’anni si innamora di un’adolescente, la quale scorge in lui la figura paterna che le è mancata prematuramente piuttosto che un innamorato. Quando Ettore la vede al braccio di un coetaneo, il quale evidenzia ancor più la differenza d’età che intercorre tra lui e la giovane, inizia a disprezzarla. La sua vita è costellata da interminabili partite a poker e dalla ricerca di puttane, sempre più giovani con il trascorrere del tempo, che può permettersi in gran quantità poiché la morte del padre, un facoltoso commerciante, lo ha reso assai ricco. Il rapporto con il genitore è stato molto conflittuale, mentre la madre ha spesso scusato gli errori e le debolezze del figlio. A lei importava solo che il ragazzo avesse soldi a disposizione, poiché sosteneva: “Con il denaro in tasca, Ettore farà sempre la sua bella figura”. Dopo aver conosciuto la prigione, ad un certo punto il destino gli chiederà ulteriormente conto del suo operato, dato che finirà solo ed infermo su una carrozzina. Avrà ancora la fortuna di ritrovarsi accanto una donna che l’ha amato nel passato, ma il suo commento di uomo cinico ed egoista di fronte a tale atto di generosità sarà: “Chi le capisce le donne. Più calci le dai e più si affezionano. Questa qui è più stupida di quanto pensassi!” L’azione si dipana nell’arco di oltre mezzo secolo in quel di Genova, dai primi anni Cinquanta ai nostri giorni.