Un gioco e un amore. Per Piero, un giovane fabbro di Roma, erano le motivazioni che alla fine degli anni ’70 lo avevano portato oltre i margini della legge, fino a diventare il palo di una rapina finita male e dove aveva visto Mara, la sua donna, il suo amore, il suo guru politico, essere abbattuta senza che lui avesse il coraggio di difenderla. E si era ritrovato criminale, clandestino e latitante. Immerso nell’illegalità diffusa della sinistra dell’epoca come se tutto fosse solo una irreale goliardia rivoluzionaria. Senza sapere invece di fare parte di un confronto storico tra il terrorismo cialtrone movimentista quello industriale di destra e i servizi segreti deviati.