I resti del cuore

Mi sono accorto di essere in un mondo che aveva l’odore, il sapore, l’apparenza, ma anche la profondità della poesia. non so spiegare perché ciò avvenne, forse nel momento migliore in cui il mio essere doveva sprigionarsi, prese una strada poco comune a tanti altri; forse era destino che andasse così forse fu il viso dolcissimo di una ragazzina dai capelli lunghi e castani, dagli occhi verdi, che segnò il mio destino. In ogni caso, senza alcun dubbio, la poesia fu il mio linguaggio, magari allora credevo che i miei testi sarebbero diventati testi di belle canzoni (e qualcuna provai a farla io stesso) di certo la storia di me steso, uomo, si è riflessa nella catena delle parole che io ho incasellato senza fine, testo dopo testo, poesia dopo poesia. La parola è diventata per me un segno scritto su di un quaderno dalle pagine bianche, come se fossi a scuola a comporre i compiti. Le lezioni della vita; con esse io ho potuto registrare tutti quei cambiamenti che avvengono nella vita di ogni uomo, nel mio caso, nella mia vita fino ad oggi. Il fatto che io non abbia scritto poesie in versi non fa però di me stesso un poeta verace come ce ne furono un tempo, ma questo – spero e credo – non inficia il valore delle cose che ho scritto in circa quarant’anni. Quel che io spero davvero è che le mie composizioni possano riflettere situazioni, sentimenti che altri giovanissimi possano “percepire” nel corso della loro vita, in tal caso vorrà dire di aver raggiunto – se non proprio vette elevate – almeno punte sensibili del nostro animo che vive in una quotidianità spesse volte apparentemente piatta ed anonima. Io ho scritto sull’impulso di qualcosa che avesse un suo ritmo, che può apparire diverso da testo e testo, ma tutti testi appartengono ad un solo mondo poetico; quello che io ho conosciuto e giorno dopo giorno continuato a scoprire meraviglioso.