Andrea è un uomo di successo ma non è felice. Aspetta i suoi quarant’anni muovendosi attraverso un’esistenza grigia che non gli dà più emozioni né gioia, ora che ha tutto si accorge di non avere niente, almeno così sembrerebbe. Ma la vita ha in serbo per lui ancora qualcosa: l’incontro con l’uomo delle favole, con se stesso.
“…Quando si rimane soli non è facile mantenersi sulla propria strada continuando a crederci, ci si guarda intorno e accanto a te non ci sono più i compagni che ti fanno da scudo, si procede in solitaria ed è dura e appena la salita si fa aspra non c’è più chi condividendo la fatica ti dà la spinta ad andare avanti, le forze ti mancano, ti giri indietro e li vedi lì che ti sembrano felici e ti assalgono i dubbi; se si incontra un ostacolo non c’è l’amico che ti sprona a superarlo ma tutti quelli che fermi ai margini della strada ti vengono in soccorso per chiamarti fuori, per portarti nel loro mondo. E tu stanco alla fine cedi …” (Andrea)
“… L’Universo suona una musica armoniosa perfetta in ogni sua più piccola nota o pausa, l’uomo può decidere se danzare o meno su questa musica. Se sarà capace di ascoltarla inizierà a danzare al ritmo armonioso dell’Universo e diventerà anch’egli parte di quella musica perfetta...” (L’uomo delle favole)