Marisa, una donna di 71 anni costretta dalla sua invalidità a trascorrere le giornate seduta sul divano del salone, si ritrova a combattere contro la solitudine e il caldo soffocante di agosto. Con la domestica in ferie e il marito che lascia sempre la tenda del balcone aperta, il suo sguardo si perde nei quattro palazzi di fronte, dove le vite dei dirimpettai si intrecciano sotto i suoi occhi. Ogni giorno Marisa osserva i loro movimenti: le serrande alzate, le tende aperte, le piccole abitudini quotidiane di chi vive dall’altra parte. Tra loro c’è un giovane biondino del terzo piano che cattura particolarmente la sua attenzione, diventando quasi una presenza familiare. Quelle scene di vita ordinaria la fanno sentire meno sola, le tengono compagnia e la fanno sentire ancora viva, tra momenti leggeri e altri più cupi. Ma un giorno Marisa assiste a un episodio tragico, qualcosa di sconvolgente che non avrebbe mai voluto vedere. Quel momento spezza la sua fragile serenità e la costringe a una scelta dolorosa: chiudere la tenda e distogliere lo sguardo da quel mondo che, fino ad allora, l’aveva confortata e intrattenuta. Un racconto intimo e toccante sulla solitudine, l’umanità che ci circonda, e il sottile confine tra osservare e invadere.