Il romanzo è ambientato a Napoli in un periodo compreso tra il 1932 e il 1950. È la storia di una famiglia napoletana, quella dei Micera, che assieme ad altri milioni di persone ha vissuto nello stesso solco degli eventi in cui si è consumata l’immane tragedia della Seconda guerra mondiale. Francesco Micera è il capofamiglia, Gabriela è sua moglie, originaria di Cassino, poi ci sono i loro dieci figli, tra cui Maria, la protagonista. Maria nasce il 29 gennaio 1932 a Napoli, nel quartiere Posillipo. La scena dei momenti della nascita e i dialoghi dei personaggi presenti all’evento richiamano sonorità eduardiane. È la narrazione di una fede che accompagna la famiglia Micera e non la fa crollare sotto il peso di un dolore. Non mancano riferimenti e didascalie agli avvenimenti di quegli anni: la violenza fascista, la guerra, i bombardamenti, o’ ricover’, la fame, la paura della morte che viene dal cielo, l’affidamento a un Dio di misericordia, la messa di Natale vissuta in una grotta. Il doversi nascondere per sfuggire alla deportazione verso la Germania. Oppure vicende trasversali, come quelle di don Angelo, il prete coraggioso che nasconde una famiglia ebrea in chiesa, il viaggio a piedi di Mastu Ciccio da Napoli a Cassino qualche giorno prima che gli alleati passavano la linea Gustav; Vittorio e don Ciccio, che lottano contro un gruppo di Goumier per salvare da uno stupro una donna e sua figlia; infine l’incontro tra Claudio e Maria, l’innamoramento e il matrimonio.