Consigliato ad un pubblico 14+
Verso Est, prima di essere un romanzo autobiografico, rappresenta una prima esperienza di scrittura. Dopo anni passati a scrivere poesie e piccoli brani sognando di riuscire un giorno a scrivere qualcosa di più lungo, finalmente un giorno, quasi per caso, raccolgo la sfida accorgendomi che il brano appena scritto poteva essere l’inizio della realizzazione del mio sogno. Max e Chiara incarnano l’amore vero, quello consapevole, quello nato nell’età adulta dopo aver passato intense sofferenze di amori acerbi che inevitabilmente li hanno portati ad essere pronti l’uno per l’altra. Una consapevolezza derivante dall’incapacità di accettare e sopportare ulteriori sofferenze senza però aver mai rinunciato a continuare a credere all’incontro della vita. Si conoscono su un sito di incontri. Per molto tempo si scrivono soltanto, sviluppando tematiche legate alla facilità con la quale ci si può lasciare andare a confidenze molto intime ma anche alla diffidenza legata alla necessità di trasformare il virtuale in vero e alla consapevolezza di riconoscere una grande possibile differenza tra ciò che è al di là di uno schermo rispetto a ciò che invece può trovarsi accanto a noi. Il libro, narrato in terza persona dall’autore, ha la pretesa di essere stato scritto in tre tempi diversi: la nascita e la crescita della relazione dei due amanti, il tempo presente vissuto durante un interminabile viaggio in autostrada di Max verso est e i ricordi che sistematicamente esplodono nella testa di entrambi i protagonisti regalando aneddoti e dettagli fondamentali al riconoscimento del carattere dei personaggi. La descrizione della storia di Max, delle relazioni passate, dei momenti bui professionali e personali, rappresentano ciò che rendono questo romanzo anche autobiografico in quanto tutto appartenente alla realtà. Gli amori nati quasi esclusivamente per creare legami ancora più forti ed eterni come quello per i figli, gli amori profondi e immensi ma nel contempo mancati per essersi incontrati in tempi sfalsati, il terrore legato alla perdita della famiglia, la paura della solitudine e poi la rinascita, il ritrovamento della serenità e la coscienza di non aver mai perso la felicità anche nei momenti peggiori, il riconoscimento che essere in grado di camminare con le proprie gambe rappresenta una condizione essenziale che deve essere necessariamente raggiunta per poter stare “dentro” ad un’altra persona, ebbene tutti questi sono gli argomenti che dalla prima all'ultima pagina si rincorrono delineando, credo, ciò che oggi mi rappresenta attraverso il protagonista. Il finale scaturisce dalla necessità di un lieto fine, la possibilità di fuggire dalla realtà come ricompensa per essersi mostrata a volte troppo crudamente, un lieto fine per tutti i legami di Max e Chiara, una fonte di speranza per tutti coloro che in questa semplice storia di vita hanno dato e hanno preso amore.