Giovanni Giolitti fu una figura centrale all’inizio del ’900, in un’epoca di ripresa economica e pacificazione sociale dopo le gravi tensioni che avevano segnato gli anni precedenti. Giolitti promosse una nuova politica in senso democratico per favorire il progresso economico e l’educazione politica delle classi lavoratrici, nell’ambito dello Stato monarchico, liberale e borghese. Nello stesso periodo emerse un nuovo socialismo, il “riformismo socialista”, che si basava sulla disponibilità ad una politica di riforme da mettere in atto nell’ambito delle istituzioni statali esistenti e quindi senza l’ausilio della violenza rivoluzionaria, con la collaborazione dei partiti della borghesia più aperta. La macchina amministrativa statale fu coinvolta in questa mobilitazione per ridurre il malessere delle classi popolari e migliorare l’efficienza dell’azione burocratica. Questa espansione evolverà in una forma di “predominio” burocratico strumentale al mantenimento del potere da parte di Giolitti. Il testo analizzerà i protagonisti del socialismo riformista quali Turati, Treves e Bissolati, i loro rapporti di collaborazione con Giolitti, e la complessa macchina piramidale amministrativa creata dallo statista di Dronero.