Anni fa, passeggiando con colleghi nel parco antistante al laboratorio di ricerca per lo sviluppo di microchip dove lavoravamo, nelle pause dopo il pranzo, osservando la vegetazione e assaporando il profumo dei Tigli in fiore, spesso ci chiedevamo come mai la complessità della vita potesse sviluppasi senza sforzo apparente, mentre nel nostro lavoro di progettazione di sistemi, sì complessi, ma molto meno di una cellula vivente, fosse richiesto per la loro realizzazione uno sforzo immane al confronto. Fu così che cominciai a pensare che ci poteva essere qualcosa concernente la validità del secondo principio negli organismi viventi. Nel tempo sono seguite vivaci discussioni attorno a tale questione che alla fine mi hanno portato alle riflessioni contenute nel libro che ora si trova sotto il tuo sguardo. Ricordo qui che il secondo principio della termodinamica afferma che non è possibile che spontaneamente elementi “disordinati” si aggreghino per formare un oggetto “ordinato” senza che si crei maggior disordine nell’ambiente che ospita l’oggetto. Si tratta di una vera e propria sfida. Sarà risolvibile usando la nostra intelligenza, scientificamente parlando?
Il lettore non interessato alle formule matematiche a supporto dei concetti in forma descrittiva, può saltare i paragrafi stampati con i caratteri più piccoli.