Che cosa sia stato veramente il Comunismo nella storia e quali siano stati i torti ricevuti dalla politica, e non solo, è il focus del libro: “La colpa di essere stato un Comunista Italiano”. L’autore descrive la sua famiglia, il padre Giuseppe e la madre Michelina, in un paese in provincia di Salerno, Oliveto Citra, e racconta di come il padre si fosse iscritto al Partito Comunista Italiano nel lontano 1946. Da qui in avanti, comincia un excursus storico fatto di nomi, date, eventi; tutto viene esposto in modo molto dettagliato e preciso. Il testo è ricco di vicende, esposte con un linguaggio semplice; a volte vengono utilizzati modi di dire tipici della zona, con un tono diretto e critiche intelligenti, rivolte a chi, nella storia, ha cercato di osteggiare il Comunismo e il suo evolversi. Nel dopoguerra, il Comunismo portò aria di speranza ad un popolo distrutto, ma rimase sempre all’opposizione. Molti i riferimenti agli altri partiti con i nomi degli esponenti principali, poi alla Russia e agli Stati Uniti, nonché ai comunisti stranieri che non facevano bene all’Italia. Numerosi sono gli aneddoti riportati, riferiti a chi non veniva accettato in chiesa perché comunista o a chi aveva problemi sul lavoro, con i concorsi e Giuseppe con il negozio. Lo scrittore dedica il libro a suo padre e a tanti compagni di partito che ha conosciuto nella sua vita, idealisti e senza secondi fini, come egli dice sul finale. Un libro scritto con umiltà, ma anche con il coraggio delle idee, per esternare ciò che storicamente fu davvero il Comunismo, fino ad oggi.
Illudere il popolino ignorante è il modo migliore per occupare le poltrone, come hanno ampiamente dimostrato i 5S. Però nel caso del comunismo era ben evidente la situazione dei paesi schiavi di Mosca. Come era possibile essere così ottusi da non vedere la realtà? Solo cieco fanatismo quindi, perché gli ideali sono tutt'altra cosa.