Sin dall’arrivo dei primi coloni sulle coste orientali dell’America settentrionale, la storia delle prime tredici colonie e, dal 1776, degli Stati Uniti sarebbe stata caratterizzata da un legame stretto con l’alcool. Retaggio delle tradizioni della madrepatria britannica, questo avrebbe rappresentato infatti un tratto distintivo della vita quotidiana della nuova nazione, permeando trasversalmente tutti gli strati della società americana. In tale ottica si sarebbe sviluppato, sin dagli ultimi anni del XVIII secolo, un ampio dibattito in seno alla società statunitense circa l'atteggiamento più appropriato da tenere nei confronti delle bevande alcoliche, che avrebbe visto l’emergere da un lato delle istanze di coloro propensi a promuoverne il persistere del consumo, e dall'altro la nascita dei Temperance Movements. Questi, forti anche dell’alleanza che andò formandosi con ampi strati della componente religiosa e con parte del mondo industriale, avrebbero polarizzato, per tutto il XIX secolo e l’inizi del XX, il dibattito su tale questione che avrebbe successivamente trovato sbocco nell’emanazione - nel 1919 - del XVIII Emendamento che avrebbe fatto del Proibizionismo una realtà estesa a tutta la nazione. Prendeva così piede la più controversa politica attuata dagli Stati Uniti che si sarebbe conclusa nel 1933 con la presa d’atto del sostanziale fallimento di tale “esperimento” abrogato dal XXI Emendamento.