Carissimo vito, il mio libro si presenta bene, ed io l'ho consigliato a parecchi amici, utilizzando la pagina banner che mi hai inviato. Ho pure consigliato i libri di altri autori, e quando ho tempo ne selezionerò altri. Il racconto "l'isola del mago otsifem e la fortezza invisibile" è uscito, dalle tante favole che ogni sera dovevo raccontare alle mie nipotine prima di addomentarsi, ma come tutte le altre fiabe che ho raccontato, anche di questa non ricordo quasi più nulla. Percò per commentarla dovrei rileggerla, (se lo posso fare è per merito tuo). Al momento però sono impegnato a scrivere l'ultimo racconto "demoni sotto false spoglie". Un grazie per avermi publicato il libro e un caloroso saluto. Mario Ardito Lombardo.
"Mario Ardito Lombardo Sono un figlio della guerra, perché sono nato a Carbonia il 21 dicembre 1942 mentre cadevano le bombe e sparavano raffiche di mitra; sulla fronte porto ancora il segno di una scheggia di mortaio. In quella tremenda guerra i miei genitori persero tutto quello che avevano, e furono costretti a fuggire da una città all’altra con quattro figli ancora in tenera età. Arrivammo a Mantova nel 1946. All’epoca eravamo in sei: tre femmine e tre maschi. Già alle elementari dimostravo di avere talento nel disegno, alla scuola d’arte prendevo sempre dieci su tutto ciò che riguardava le tecniche del disegno. Iniziai a dipingere all’età di 16 anni e non smisi più di farlo. Ho cambiato tantissimi lavori, ho fatto il saldatore, il rappresentante, il disegnatore progettista di arredamenti. Non capivo perché, solo qualche anno dopo, compresi che lo facevo perché mi allontanavano un po’ dalla pittura. Nel 1965, terminai il servizio di leva, durante il quale non ero solo un semplice motociclista, perché avevo in carica anche l’autosezione e un magazzino di ricambi; questo mi permetteva di non fare adunate e sentinelle, e nel tempo libero potevo rintanarmi nel magazzino a dipingere. Successivamente, venni assunto come autista dall’ex Ministro degli Esteri, nel palazzo di Brescia. All’interno della villa di Cernobbio, teneva opere rinascimentali che ammiravo ogni giorno, tanto che, nel tempo libero, mi chiudevo nel mio appartamento per riprodurle. Ma un giorno, il desiderio di fare solo il pittore fu talmente forte da farmi chiedere il licenziamento, per dedicarmi solo a quello. Con gli anni presi una tale padronanza nel creare opere sempre più originali, da essere apprezzato dai collezionisti. Ho sempre fatto quello che mi dettava l’anima, e quando non ho ispirazione pittorica, scrivo quello che mi detta la fantasia. Non sono uno scrittore e non ho le basi per farlo; scrivo perché mi piace raccontare storie, favole, e frasi poetiche che sento dentro l’anima. La stessa sensazione la avverto, quando faccio arte.