È un romanzo di guerra dove l’alfiere Martino cerca di sopravvivere. Non crede negli ideali rivoluzionari per cui fa del suo meglio per divertirsi combattendo con ferocia e crudeltà. Convinto che gli eroi muoiono in modo stupido, fa di tutto per far incidere sul monumento “il muro degli eroi” i nomi di farabutti, disertori e traditori. Un ribelle che trova il punto debole della società, ovvero, credere a tutte le fandonie osannate dai media. Quindi crea dei falsi eroi solo per ridere e scommettere su chi sarà il prossimo nome ad essere inciso indegnamente su quel muro. Nonostante la cattiveria è un uomo che a modo suo sta a galla sulla feccia di periferia e non si fa schiacciare da un chicchessia. Dopo tanta crudeltà riesce pure ad essere più umano di molti cinici politici. Nel romanzo ci sono cyborg, umanoidi e soprattutto umani che di umano hanno solo il nome. Le vicissitudini della guerra a macchia di leopardo portano il popolo a diventare spietato, anche con i propri confinanti.