È questo il racconto del divenire, genuino e doloroso, narrato tra passato e presente, di due esistenze qualsiasi, come le mille che ci sfiorano ogni giorno e che diventano eccezionali solo quanto vengono illuminate dall’occhio di bue della nostra attenzione. Solitudini che sfiorano tutti noi e che fatichiamo ad identificare come tali. Le si riconosce solo per la speciale luce che hanno nei loro occhi, per chi ha il dono di saperli leggere. Snodo della storia è la teoria della balena. Mammifero che vive in apnea, metafora della nostra “solita” vita, con i vincoli, i tabù, i doveri, e che, per sopravvivere, deve riemergere soffiando fuori l’aria: metafora del bisogno di ognuno, quasi terapeutico, di ricavarsi una occasione di bene-essere, spesso in solitudine. Ma quando questo piacere, sempre momentaneo, si riesce a viverlo assieme ad un’altra anima, le due metà della mela che Zeus divise si rincontrano ed allora è Amore. E Roberto ed Anna si ritrovarono, in un posto per loro magico, in riva al mare, in un tramonto di inverno a coccolarsi l’anima. Fu l’Amore. Da lontani, vicini.