Gianni Bertini, il narratore, soffre di dismnesia, confonde i sogni e le fantasticherie con la realtà. In un suo viaggio onirico si proietta nel Seicento manzoniano e rivive l’invasione spagnola e la peste a Milano. Poi si trasferisce nella repubblica di Genova, dove cresce in un convento benedettino e diventa dottore. Ritorna alla nativa Milano e si sposa. Infine con la moglie emigrerà nel New England americano, all’inizio del colonialismo inglese. Farà il suo lavoro di medico, combatterà e curerà anche gli indiani, oltre gli schiavi africani e i primi coloni, soprattutto inglesi. Poi, con la moglie e la figlia italoamericana di otto anni deciderà di dire addio all’amata Italia. In un momento di ritrovata lucidità, Gianni Bertini, farà il confronto tra il grande Alessandro Manzoni e il coevo e omologo Nathaniel Hawthorne. Ambedue sono studiati a scuola nelle rispettive nazioni. Ambedue sono un faro per chi ama scrivere e descrivere. Il lettore trarrà le sue conclusioni.