Torino, pochi anni fa. Lorenzo è un trentenne con un lavoro precario e una storia di vita passata e presente molto inquieta. Le sue giornate sono scandite da turni di lavoro saltuari, psicofarmaci, alcol e tanto disagio psichico. L’esasperazione di una vita che lui percepisce come avversa e il suo nichilismo lo trascineranno in un vortice di eventi che si riveleranno molto difficili da controllare.
Un potente romanzo d’esordio sull’alienazione dell’individuo, raccontato in prima persona con il linguaggio crudo e dirette. Il romanzo offre una visione scioccante della psiche di un giovane profondamente disturbato e isolato. Ma dietro la depravazione, la violenza e i vari fluidi corporei, c’è un’anima profondamente umana in questa storia che mi ha davvero colpito. Mi è piaciuto molto il romanzo e lo consiglio senz'altro. Ma non è per tutti, certamente non per i deboli di cuore, perché la storia è come un pugno nello stomaco. Sergio Vinci riesce a creare immagini che ti rimangono in testa, e non sono sempre belle … Se ti piace “transgressive fiction”/”urban horror” come per esempio Chuck Palahniuk, Irvine Welsh, Ryu Murakami o forse M.N.M-R.D. con il suo unico “Behead all Satans”, dovreste assolutamente leggere questo romanzo e spero di leggere altro di questo autore in futuro.
Questo libro è puro genio, ma anche un racconto che trasmette inquietudine e disagio. Non avevo mai letto niente di così crudo e realista, che ci fa calare nella solitudine del protagonista Lorenzo. Per me libro dell'anno già da ora, ne sono sicuro!