Si può desiderare chi non conosciamo, chi non abbiamo mai visto né incontrato? Si può amare chi non c’è? Quando si tratta di genitori, la loro diventa assenza che pesa nel corpo e nello spirito, ricerca continua in ogni luogo del Mondo. Una storia, quella di Anna, cruda all’inizio, che induce a una semplice riflessione: ma davvero l’uomo è capace di fare tanto male? Be’, la risposta inevitabile è un triste “sì”! Lungo il suo cammino ha incrociato davvero tante persone, molto diverse tra loro, che l’hanno aiutata inevitabilmente a migliorare quella vita cominciata in modo così brutale, dove a tratti la violenza umana non le è stata risparmiata neanche da uomini consacrati a Dio. Per fortuna, di questi ce ne sono di diverso valore e Anna si è riavvicinata alla Chiesa grazie a coloro che tengono alto il rispetto dell’uomo e della sua esistenza. La protagonista, tra i 12 e i 14 anni, sembra arrendersi alla vita, quella stessa vita che, per destino o disegno Divino, le ha saputo restituire dignità e amore. Il coraggio di narrare la propria storia che riporta il tempo dell’uomo alla qualità dei propri desideri, al superamento delle proprie debolezze, delle proprie paure ma che tende a riportarlo sempre e comunque alla propria salvezza.