Vincitore del Premio Albori 2016 sezione Narrativa
Quattro tragedie, due compiute, due solo sfiorate, hanno segnato nel profondo l’anima di mio padre. Personaggio umile, ma forte nella sopportazione, reso triste, ma d’indole spassosa, marginale nella storia politica, morale, culturale del suo tempo, impossibilitato a dare voce alle parole così come le detta il cuore.
Parla a vuoto il maresciallo e ne ha ben conto… “Come tutto il resto degli scritti,… sono parole di un uomo dotato di vita interiore non comune, urlate senza ipocrisia né riguardo direttamente dal cuore; esprimono il dramma di un’anima estremamente sensibile, oscillante tra sdegno, molto, e speranza, poca. Sono sincera umanità sullo sfondo della cronaca pubblica politica, morale, culturale del tempo; e tenera autobiografia, con l’abilità di sdoppiare il proprio io elevandone l’eloquio fino alla drammatica comicità.”
Parole che non ha mai voluto e potuto pronunciare unitamente ai nomi dei suoi cari. Troppo penoso rivivere la tragedia, dall’angusto punto di vista del sopravvissuto.
bravo.