Un racconto che prende per la semplicità narrativa di descrivere, con un lieve sorriso, luoghi, ambienti, realtà e mondi ormai dissoltisi, talora anche nel lessico. Il linguaggio, fluido, che permea le pagine, appassiona fino a condividerne le atmosfere e le emozioni descritte, che ognuno di noi ha vissuto, rendendoci ora felici, ora creandoci problemi. Ho conosciuto l’autore attraverso il suo “Un tranquillo colpo di stato”. In alcune pagine ritorna la profondità di certe riflessioni, che sostanziano e si intrecciano nel vissuto dell’attore principale del racconto. Ma, soprattutto, restano fisse nella mente, nella loro fisicità, addirittura, quelle ragazze, quelle donne che hanno maturato, forse odiato, certo amato il protagonista. Sì, quelle “morettine” che lo hanno accompagnato nella vita, che lo hanno aiutato a crescere, esaminando la tenuta della sua mente. (Annalisa Pannini)