“Chato, storia di un cane straordinario”. Nel vero senso della parola. Viveva a Civitavecchia, a casa dei genitori di Gianni Tassi, ma era libero di muoversi a suo piacimento per la città dove tutti lo conoscevano. Girava tra i banchi del mercato, passeggiava sul lungomare, approdava quasi tutti i giorni in redazione al “Il Messaggero” dove l’autore di questo racconto lavorava come cronista e fotoreporter. Ma il suo girovagare si concludeva comunque al bar Italia in pieno centro dove si incontravano i ragazzi degli anni ’70. Chato è l’assoluto protagonista di una storia che si intreccia con quella di un’intera generazione: le sue passeggiate per i negozi, la partecipazione ai cortei, le fughe sentimentali, la sua passione per il mare. Una vita vissuta da animale consapevole, seppure legato indissolubilmente a un ragazzo di 20 anni che si stava avviando verso il suo futuro. La sua vicenda è unica ma potrebbe rappresentare anche quella di altri cani che, se messi nelle giuste condizioni, vivrebbero un’esistenza piena, libera da condizionamenti e soprattutto felice. La città non ha mai dimenticato Chato e c’è chi su di lui ha scritto un ricordo personale che è riportato nel libro. Questa è una storia d’amore e di amicizia durata 16 meravigliosi anni. E mai finita.