La dipendenza dall’alcol è un male oscuro. È una strana malattia: lenta, progressiva e mortale. Presenta disfunzioni ossessive e compulsive, che recano mali fisici, mentali e spirituali. Si bloccano ma non si estirpano. «Solo uccidendomi annienterò la bestia che mi abita». L’alcol non è la causa, è solo il mezzo che evidenzia un disturbo - disagio, che va snidato, poi accettato e curato. L’alcolista convive con la lucidità e con la follia. Non trova il confine, perché la linea non è visibile. Dove finisce il «voglio bere» e dove inizia il «devo bere»? Mauro, protagonista della storia, è sobrio da quindici anni. Ha bevuto per trent’anni, finché è arrivato al «SUO FONDO». Da quel baratro ha chiesto aiuto; l’ha trovato e, a rilento, è risalito. «Il ragazzo che aveva sete, spera che i giovani di oggi trovino la fonte che disseta dentro di loro, senza dover cercarla altrove».
L’autore, Giacomo Miniutti, per raccontare la sua reale storia con la bottiglia usa un artifizio; è al computer quando riceve delle e-mail senza mittente, così firmate: “Il novello narratore e lo scrivano senza penna”. Questi fogli raccontano la storia di un alcolista di nome Mauro, il quale, dopo circa trent’anni di bevute, sono quindici anni che non tocca alcol. I due gli impongono di impaginare quegli scritti in un libro, senza editore, poi di stamparlo e venderlo nelle librerie. Per sicurezza gli bloccano tutte le funzioni del computer, tranne la ricezione delle loro e-mail e la scrittura del testo. La storia di Mauro è simile a molte altre: quella di un uomo che fin da ragazzo ha avuto tanta sete. E dove c’è sete ci sono le interminabili bevute, e dopo c’è la puzza di alcol, di vomito, di fiele e di miseria. Inoltre, in molti casi, ci sono le violenze dentro le mura di casa, e anche al di fuori: nei bar, nelle piazze, con le forze dell’ordine, con chiunque ti guardi per storto. L’alcolista se la prende con il mondo intero, ma alla fine gli resta solo l’oblio. La persona etilista o tossicodipendente, nell’immaginario comune, è un individuo poco considerato e molto disprezzato. Neanche la medicina sa dargli una piena e soddisfacente posizione: è il risultato di uno stile di vita sbagliato o è una malattia, esclusiva di talune persone? Oppure sono entrambe le posizioni, giacché l’una è la diretta conseguenza dell’altra? Nel libro troverete cenni di risposta a queste e ad altre domande, che vi farete durante la lettura. Ma non crediate che sia la verità assoluta. Perché non c’è! Non pensiate altresì che sia un trattato medico, con statistiche e interventi scientifici, che alla fine annoiano e in sostanza dicono poco o nulla di decisivo; disorientando, alle volte, la persona che tribola. Una storia che non è solamente brutta e triste, ma che fa intravedere anche un avverabile e gioioso finale; un possibile mondo altro che, per raggiungerlo, basta solo desiderarlo e lasciarsi aiutare. Attorno ai protagonisti, Mauro e Antonio, Toni got, ruotano alcuni personaggi minori, e uno stormo di corvi che, gracchiando, si alzano in volo quando la campana batte le ore del dì. Gran parte del racconto avviene in un piccolo cimitero, di un paesino pedemontano, ove Mauro racconta la sua lunga e distorta amicizia con l’alcol ad Antonio, che non è un astemio e in quel mesto luogo fa il custode e anche il becchino. Mauro sa benissimo che i suoi quindici anni di sobrietà, ottenuti anche grazie alla frequenza di un gruppo di auto-aiuto per alcolisti, andrebbero in fumo se solo bevesse un calice di vino. Perciò ogni giorno deve dire di no al primo bicchiere, e questo gli diventa più facile se aiuta una persona che si trovi in balia della bottiglia. È un compito arduo ma alla fine si avvera, soprattutto per merito dei due strani personaggi che si faranno riconoscere e che spiegheranno il motivo del loro comportamento. E quella sera, il messaggio trasmesso da Mauro farà sì che il miracolo continui, perché Toni got andrà al gruppo degli alcolisti.
L'alcolismo non colpisce solo l'individuo che ne è portatore, ma coinvolge l'intero gruppo familiare. Chiunque condivida l’esistenza o la vicinanza con un alcolista vive in uno stato di continuo e profondo disagio; poi di ansia perché non sa mai se, quando e per quanto l'alcolista berrà, di paura qualora l'alcolista sia anche violento, di vergogna e di grande solitudine. A tali aspetti di carattere psicologico se ne associano, molto spesso, altri di ordine pratico ed economico, sempre negativi. Seppure in modi diversi, quindi, chi vive a contatto con un alcolista ha bisogno di un recupero tanto quanto chi ha il problema con l’alcol e quando sarà riuscito a trovare una certa dose di equilibrio avrà anche l'opportunità di svolgere un importante ruolo nell'agevolare il recupero dell'alcolista stesso. Questo libro dà la speranza che un cambiamento di rotta può avvenire, se lo desideriamo e se lasciamo che altri, già passati su quelle macerie, ci diano una mano. E il sereno dopo la tempesta farà ritorno nelle famiglie che, oramai, avevano perso ogni speranza.
L'alcolismo non colpisce solo l'individuo che ne è portatore, ma coinvolge l'intero NUCLEO FAMILIARE. Chiunque condivida l’esistenza o la vicinanza con un alcolista vive in uno stato di continuo e profondo disagio; nonché di ansia perché non sa mai se, quando e quanto l'alcolista berrà. Poi di paura qualora,e molto spesso succede,l'alcolista sia anche violento,e infine, di tanta vergogna e di grandissima solitudine. A tali aspetti di carattere psicologico se ne associano molto spesso altri di ordine pratico ed economico, sempre negativi. Seppure in modi diversi, quindi, chi vive a contatto con un alcolista ha bisogno di un recupero tanto quanto chi ha il problema con l’alcol, e dopo, quando sarà riuscito a trovare una certa dose di equilibrio, avrà anche l'opportunità di svolgere un importante ruolo nell'agevolare il recupero dell'alcolista stesso. Questo libro fa capire che ciò è avverabile; la rotta può essere invertita. Perché dopo la tempesta ritorna sempre il sereno.
L'alcolismo non colpisce solo l'individuo che ne è portatore, ma coinvolge l'intero gruppo familiare. Chiunque condivida l’esistenza o la vicinanza con un alcolista vive in uno stato di continuo e profondo disagio; di ansia perché non sa mai se, quando e quanto l'alcolista berrà, di paura qualora l'alcolista sia anche violento, di vergogna e di grande solitudine. A tali aspetti di carattere psicologico se ne associano molto spesso altri di ordine pratico ed economico, sempre negativi. Seppure in modi diversi, quindi, chi vive a contatto con un alcolista ha bisogno di un recupero tanto quanto chi ha il problema con l’alcol, e quando sarà riuscito a trovare una certa dose di equilibrio avrà anche l'opportunità di svolgere un importante ruolo nell'agevolare il recupero dell'alcolista stesso. Questo libro fa intravedere che una soluzine esiste e che dopo la tempesta può ritornare il sereno. Basta solo desiderarlo, lasciando da parte la vergogna, per trovare il coraggio di chiedere aiuto a chi e già passato su quei tortuosi sentieri. Vanda.
Trovo che sia un libro molto forte che racconta con molta passione il dramma della dipendenza. Un libro che commuove e da' speranza a chi vive Personalmente o chi sta' vicino il problema Alcol